La decisione di partire

È nelle case, nelle piazze dei mercati, nelle botteghe degli artigiani o nelle osterie che, a partire dagli ultimi decenni dell’Ottocento, si diffonde la consapevolezza che oltre i confini nazionali è possibile costruire una vita migliore, lontana dalla miseria e dalla povertà. Prima dell’inizio del XX secolo, gli agenti di emigrazione percorrono le campagne e i borghi al soldo delle grandi compagnie di navigazione e distribuiscono volantini, manifesti colorati e cartoline che illustrano un ‘mondo meraviglioso’. Un ruolo fondamentale è giocato anche dalle lettere di richiamo di chi si trova già all’estero e invita quanti sono rimasti in patria verso le nuove mete. L’emigrazione rapidamente diviene un fenomeno di massa portando, dal 1876 ad oggi, più di 700.000 marchigiani fuori dei confini nazionali. Un ostacolo spesso insormontabile è però rappresentato dal costo del viaggio che costringe molti a utilizzare i risparmi, a impegnare i gioielli di famiglia o a vendere qualche piccola proprietà. Altri, attraverso agenzie di intermediazione, possono utilizzare il biglietto prepagato che i grandi proprietari terrieri americani inviano ai braccianti, come prestito da restituire negli anni. La valigia, il bagaglio, poveri di indumenti, ma ricchi di provviste e strumenti di lavoro, divengono il simbolo del distacco dalle proprie radici, ma anche di continuità nei saperi tradizionali e nelle culture materiali.

Le donne marchigiane

La casa